Architettura Sostenibile – Antonio Di Maro | Architetto Napoli https://www.antoniodimaro.it Antonio Di Maro | Architetto Napoli Wed, 12 Jan 2022 18:37:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.3.17 L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/ https://www.antoniodimaro.it/lapplicazione-dei-principi-bioarchitettura-neuroarchitettura/#respond Tue, 27 Jun 2017 10:47:25 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2934 L'articolo L’applicazione dei principi di Bioarchitettura e Neuroarchitettura proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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di seguito l’intervista rilasciata alla piattaforma “ProntoPro” sul nostro modo di concepire e interpretare l’architettura.

https://www.prontopro.it/blog/lapplicazione-dei-principi-di-bioarchitettura-e-neuroarchitettura/

Costruire casa nel 21° secolo non può prescindere da termini come Architettura sostenibile, Bioarchitettura, Neuroarchitettura, green building.

Abbiamo intervistato l’architetto Antonio Di Maro, titolare dello studio di architettura Antonio Di Maro & Partners, che ci ha parlato in modo molto approfondito dei principi cui si ispira lo studio di Architettura Antonio Di Maro.

Quali sono i principi su cui si fonda il vostro studio?

Il nostro studio da sempre si pone alcune “mission” fondamentali per ogni progetto.

La “neuroarchitettura”, scienza che consente attraverso l’uso sapiente dell’interazione tra neuroscienze ed architettura di ottenere effetti benefici sull’individuo.

Architettura sostenibile o “green building, che consiste nel progettare e costruire edifici in grado di limitare gli impatti nell’ambiente, sfruttando ciò che ci offre la natura e al contempo garantendo qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

Ed, infine, la “bioarchitettura, che mira all’utilizzo degli elementi presenti in natura come guida per la realizzazione ottimale di spazi confortevoli. Il “pensiero verde” e la natura sono così gli elementi generatori di ogni nostro progetto, che si rivelano attraverso l’uso controllato della luce e la sperimentazione di nuovi materiali.

Neuroarchitettura; di cosa si tratta e come nasce questo filone dell’Architettura? Quali sono le principali tecniche che vengono impiegate a tal fine?

Un architetto può progettare spazi che non solo rispettino determinati canoni estetici, ma che diano anche e soprattutto benessere all’individuo, che aumentino la capacità di concentrazione, che aiutino la guarigione o che siano formativi.

Marco Vitruvio Pollione l’aveva già compreso circa 2000 anni fa: un edificio deve essere forte o durevole nel tempo, utile e bello. L’architettura è arte e soprattutto può migliorare il tenore di vita. Luoghi con determinate caratteristiche ad esempio potenziano fantasia e creatività: gli alunni, in una scuola con aule ben illuminate, si dimostrano più ligi al dovere, così come i pazienti trascorrono una degenza più serena in un ospedale con stanze variopinte. D’altronde c’è un legame intrinseco tra l’ambiente circostante e gli individui: il sistema nervoso riceve e decodifica gli stimoli esterni, come suoni e colori, trasmettendo poi gli impulsi al resto del corpo.

La Neuroarchitettura studia il livello di risposta psicologica umana ai componenti che costituiscono i diversi ambienti. L’obiettivo di fondo è quello di valutare l’impatto che le varie strutture hanno sul sistema nervoso umano e sul cervello.

Tra gli elementi importanti per le neuroscienze dell’architettura dobbiamo assolutamente menzionare luce e colore. Per quanto riguarda il colore, a titolo di esempio, gli studi hanno evidenziato che quando i colori sono più brillanti generano stimoli più forti poiché sono più riconoscibili. Il cervello ricorda più facilmente gli oggetti che sono più notevoli. Se i colori sono utilizzati in connessione con gli spazi, possono quindi rafforzare la posizione degli oggetti nella mappa mentale, e stimolare la memoria. Ad esempio attraverso la scelta e la distribuzione dei colori in un negozio è possibile indirizzare la volontà di acquisto di un cliente verso un certo prodotto piuttosto che un altro. La luce, invece, serve a vari scopi: creare gli spazi per trovare l’orientamento, per rivelare o nascondere determinati volumi, o per attirare l’attenzione su un “compito” se parliamo di ambienti di lavoro. La nostra percezione e il desiderio di luce varia anche in base agli scopi che necessitano di luce; ad esempio, mentre per il pranzo può essere sufficiente una luce, la stessa sarà insufficiente per lo studio.

Il Suono è un’altra variabile importante nella progettazione architettonica. Ad esempio, negli ambienti di formazione ed educazione dei bambini, che sono soggetti che facilmente tendono a distrarsi, la stanza deve produrre una comprensione chiara del suono. La comunicazione verbale deve essere quindi agevole e per questo di solito si utilizza isolare anche i soffitti.

L’Architettura sostenibile e la Bioarchitettura stanno riscontrando un forte interesse nell’ultimo periodo; in che modo vi occupate di queste tematiche all’interno del vostro studio?

Esatto. Promuovere un’architettura responsabile e rispettosa del contesto ambientale attraverso la Bioarchitettura e Architettura sostenibile è la nostra priorità in ogni progetto. Per capire l’importanza e l’attualità di queste tematiche bisogna conoscerle e capire la portata degli “effetti benefici” che possono produrre.

La bioarchitettura presuppone un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema e si concretizza in una pratica architettonica rispettosa dei principi della sostenibilità. Si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto equilibrato tra l’ambiente ed il costruito, soddisfacendo i bisogni delle attuali generazioni senza compromettere, con il consumo indiscriminato delle risorse, quello delle generazioni future.

Gli edifici progettati secondo i dettami della Bioedilizia, o Green Building, fanno uso di fonti di energia rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento come l’energia solare per l’acqua calda, il fotovoltaico, le biomasse ed il geotermico.

Il nostro studio nel progettare secondo le “buone regole” della bioarchitettura segue una serie di principi fondamentali come:

  • l’ombreggiamento,
  • la ventilazione naturale,
  • l’isolamento termico,
  • il raffrescamento naturale,
  • la deumidificazione,
  • la protezione dalle precipitazioni,
  • la riduzione delle dispersioni termiche,
  • l’illuminamento naturale e la captazione solare.

Molti sono i fattori da tenere in considerazione, tra i più importanti c’è l’orientamento. Pensare con cura alla disposizione dell’edificio rispetto alla relazione “nord-sud”, per poter avere un soleggiamento corretto e influire sulla capacità di raffrescare gli ambienti interni sfruttando la ventilazione naturale.

Per quanto riguarda invece i materiali bisognerebbe utilizzare materiali naturali, riciclati e riciclabili, seguendo le logiche leed. Non tutti lo sanno, ma per difendere l’abitazione dai raggi solari, che aumentano significativamente il carico termico estivo, è possibile realizzare degli “schermi solari” per la protezione dal sole. Tuttavia, qualora tutte le soluzioni di climatizzazione passiva non bastassero, è possibile integrare con soluzioni di energia rinnovabile, ricorrendo all’uso delle nuove tecnologie per il risparmio energetico come impianto fotovoltaico, eolico, di biogas o geotermico.

L’obiettivo dell’architettura sostenibile è ridurre l’impatto complessivo della edificazione sulla salute umana e sull’ambiente naturale attraverso l’utilizzo efficiente di energia, acqua e altre risorse; attraverso la protezione della salute degli occupanti e il miglioramento della produttività e la riduzione dei rifiuti, dell’inquinamento e del degrado ambientale.

Tra i punti cardine di una “ristrutturazione sostenibile” rientrano senza alcun dubbio la scelta e l’utilizzo di materiali naturali ed ecologici, come il legno, che garantiscono una riduzione del rischio di emissioni inquinanti nell’abitazione e creano un ambiente salubre; il risparmio energetico che si ottiene con un buon isolamento termico prima, e un buon sistema di riscaldamento e/o raffrescamento dopo.

Ancora, l’isolamento acustico, il risparmio idrico, lo studio dettagliato della luce sia naturale che artificiale: più sarà giusta la progettazione illuminotecnica, maggiore sarà il risparmio energetico ed economico.

In ogni lavoro la nostra “missione” è effettuare una progettazione in grado di soddisfare al meglio le richieste dei committenti senza però dimenticarsi della necessità di non stravolgere i ritmi e le risorse naturali, senza portare danni agli altri e cercando di inserirsi in modo armonioso nel contesto.

Per approfondire queste tematiche è possibile visitare la sezione blog del nostro sito www.antoniodimaro.it

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L’architettura a confronto con la natura, Gianni Pettena https://www.antoniodimaro.it/larchitettura-confronto-la-natura-pettena/ Tue, 18 Apr 2017 08:50:17 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2820 L'articolo L’architettura a confronto con la natura, Gianni Pettena proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Oggi intendiamo parlarvi di un architetto che per il suo porre costantemente al centro delle sue opere l’attenzione al contesto ed al dialogo con l’ambiente potrebbe essere considerato un precursore della green architecture, Gianni Pettena.

 

Chi è Gianni Pettena
Classe 1940, si laurea nel 1968 presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove svolge attività didattica a partire dal 1973 e dove sarà poi professore di Storia dellʼArchitettura Contemporanea all’Università di Firenze e di Progettazione alla California State University in Florence. Ha avuto inoltre incarichi d’insegnamento e ha tenuto seminari e conferenze in molte università e scuole di design e architettura negli Stati Uniti e Gran Bretagna.

Gianni Pettena è architetto, artista, critico e storico dell’architettura.

Cofondatore e ispiratore alla fine degli anni sessanta del movimento dell’Architettura Radicale Italiana insieme a Archizoom, Superstudio e Ufo, da cui ha avuto origine buona parte della contemporanea sperimentazione nel campo dell’architettura e del design. Svolge, con progetti, mobili, installazioni, mostre, scritti teorici, saggi e testi, attività sperimentale intesa ad eliminare confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi. Fin dagli anni sessanta dialoga e si integra con il divenire del mondo delle arti con continuità di confronti e partecipazioni a esposizioni in musei e gallerie.

È il primo architetto radicale a cui il Frac Centre di Orléans dedica una grande antologica arricchita da una monografia -Gianni Pettena, Le métier de l’architect, HYX Ed. 2002-pubblicata anche in italiano/inglese l’anno successivo.
Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il PAC di Milano, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, i centri Pompidou di Parigi e Metz, la Biennale di Berlino, il Padiglione Italia all’Expo 2010 di Shanghai. Le sue opere sono in collezioni private in Italia e all’estero e nelle collezioni permanenti di gallerie e istituzioni, tra cui quelle del Centro Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e gli Archivi della Biennale di Venezia.

 

L’architettura radicale italiana
Come abbiamo già affermato, Pettena ha partecipato alla formazione del movimento della Architettura Radicale Italiana.
L’architettura radicale, definita per la prima volta con questo termine da Germano Celant, è un movimento sperimentale che si sviluppa negli anni 1960-1975 in contrapposizione alle tematiche del Funzionalismo.
Si tratta di una vera e propria ricerca architettonica d’avanguardia che propone varie tematiche legate all’utopico al fantascientifico e all’irrazionale. Una ricerca che lascia intendere come ormai fosse diffusa l’esigenza di nuove formulazioni teoriche e linguistiche, per una diversa maniera di intendere il rapporto forma/funzione, una condizione fino ad allora necessaria che aveva finito per mortificare la creatività relegando l’architettura in una situazione di arretratezza culturale rispetto alle altre arti.

I promotori di questo movimento sognano linguaggi per esprimere in architettura la propria contemporaneità e liberarsi dall’eredità del Movimento Moderno. Le definizioni limitate e tradizionali di architettura e dei suoi mezzi hanno perduto in buona parte di validità. Il loro impegno è rivolto all’ambiente come totalità, e a tutti i mezzi che lo determinano. Alla televisione come al mondo dell’arte, ai mezzi di trasporto come all’abbigliamento, al telefono come all’alloggio. L’ampliamento dell’ambito umano e dei mezzi di determinazione dell’ambiente supera di gran lunga quello del costruito.

Tutto può essere architettura.

I concetti di Razionalismo e Funzionalismo, avvertiti come causa di una sorta di disumanizzazione degli spazi della città, alimentavano una contrapposizione diffusa alle architetture espresse dall’International Style.
Questa impostazione concettuale avrà una grande influenza sulla sperimentazione italiana, legittimando il rifiuto dei ruoli e delle metodologie disciplinari, introduceva nella progettazione elementi d’irrazionalità che fino al allora ne erano rimasti esclusi ma che ora riflettevano le necessità e i desideri che andavano emergendo nella nuova società dei consumi.

 

L’architettura secondo Pettena
Per Pettena l’architettura non si deve limitare alla sola costruzione, ma deve essere parte di una ricerca più ampia, un modo per verificare continuamente la molteplicità di possibili significati che la disciplina architettonica può assumere.
A tale scopo l’osservazione della fisicità della natura sarà costante nella sua opera.
Si concentra su processi diversi di lettura dell’ambiente, in cui natura e architettura vengono accostate e contaminate, così da rinaturalizzare luoghi e materiali denaturati.
Come espressione di tale pensiero ci sono gli edifici inglobati nel ghiaccio a Minneapolis –Ice n.1 e Ice n.2, 1971-1972- e la trilogia di Salt Lake City –Clay House/Tumbleweeds catcher/Red Line, 1972- in cui si denota anche un’attenzione all’uso di materiali naturali generalmente estranea, fino ad allora, alla formazione dell’architetto.

Pettena è presente nelle proposte vincenti per il concorso Trigon ’71 di Graz -Grass Architecture- che già anticipano l’integrazione tra architettura e natura della green architecture di anni molto più tardi.
Il suo operato vede l’architettura riconoscere nella natura una maestra e una fonte costante di ispirazione così come mostrano Brano di città e Forgiving Architecture, 2009; Architecture forgiven by nature, 2011; La mia scuola di architettura e Mother Nature, 2012.
Questa considerazione della natura e del contesto ambientale sono in fondo per lui la base anche di ogni possibilità di architettura costruita. Difatti l’attenzione al contesto e il dialogo con l’ambiente, si manifesteranno sempre più in una forma in cui le metodologie e i linguaggi delle arti visive sono accentuati fino a superare senza rimpianti la linea di sconfinamento che dall’architettura conduce verso altre discipline artistiche nella convinzione, ormai maturata da tempo, di come non esistano confini, nel rapportarsi alle tematiche relative allo spazio fisico, tra la sensibilità dell’architetto e quella dell’odierno artista ambientale.

In Architecture Vs Nature Pettena costruisce un mondo fatto di famiglie di forme architettoniche che si confrontano con le forme della natura. I collages di spazi mettono in risonanza i peristili dei templi della classicità, le dilatazioni degli spazi barocchi, gli spessori murari delle architetture fortificate e gli spazi centrali della romanità.
La fisicità della natura, rappresentata nelle sue forme per mezzo di un codice grafico come quello delle isolinee, è architettura in potenza; cinque acropoli disegnate con frammenti naturali ed artificiali, che sʼinterrogano sul significato di contesto.
La ricerca volta allʼosservazione critica di ogni componente che intervenga a modificare lʼambiente, sia esso naturale o lavorato dallʼuomo, conduce ancora una volta Pettena a sottoporre lʼarchitettura a processi di trasformazione che ne minano la prevalenza nel contatto/confronto con elementi naturali.
Nei disegni di Nature vs. Architecture piante di edifici celebri appaiono sempre più costrette, o erose, dal contesto naturale. Con una simbologia molto esplicita, si mostra la volontà di pronunciarsi, nel confronto, in favore della natura, della cui forza lʼarchitettura, consapevolmente o meno, deve tener conto.

Contattaci via mail all’indirizzo info@antoniodimaro.it

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Ecovillaggio, uno straordinario modello di bioarchitettura https://www.antoniodimaro.it/ecovillaggio-modello-bioarchitettura/ Wed, 29 Mar 2017 15:46:05 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2612 L'articolo Ecovillaggio, uno straordinario modello di bioarchitettura proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Gli ecovillaggi sono una realtà attuale e diffusa in tutto il mondo, anche in Italia. Scopriamo insieme cosa sono.

 

Introduzione
Gli ecovillaggi hanno cominciato a fondarsi consapevolmente negli anni ‘60 in Australia e negli Stati Uniti e si sono diffusi poi in tutto il mondo. Da allora sono in continua crescita numerica ovunque.
La ricerca di un nuovo modo di vivere, più sano e naturale, ha posto l’attenzione di molte persone sulle comunità ecologiche, dove l’individuo trova sostegno sia per la propria autorealizzazione, sia per sviluppare le sue relazioni con il gruppo.
Si cerca di costruire un rapporto con l’agricoltura basato sui cicli naturali e la produzione di cibo sano, per essere in armonia con l’ambiente.
In queste realtà si cerca di vivere insieme agl’altri, basandosi sulla condivisione dei compiti e delle responsabilità, per spezzare le catene di un lavoro alienante, di rapporti falsati, di un consumismo invadente e, soprattutto, per fuggire dalla città come oggi la conosciamo e tornare alla natura.
Ecco allora che nasce una comunità sostenibile, che può essere realizzata da due o più persone, in campagna, in un villaggio o cellula ecologica in città.
Questa comunità prende il nome di ecovillaggio.

 

Definizione
L’ecovillaggio è una tipologia di comunità basata esplicitamente sulla sostenibilità ambientale.
I principi di questo tipo di comunità, secondo l’ecologo ed agronomo australiano David Holmgren -che ne è uno dei maggiori teorici- sono i seguenti:

  • adesione volontaria dei partecipanti e condivisione dei principi fondanti
  • nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale
  • utilizzo di energie rinnovabili
  • autosufficienza alimentare basata su permacultura -coltivazione in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia- o altre forme di agricoltura biologica

L’ecovillaggio è un luogo dove le persone scelgono intenzionalmente di coabitare adottando un modo di vita comunitario oppure, pur conservando l’autonomia delle abitazioni private, svolgono un tipo di vita cooperativistico, oppure ancora scelgono di condividere degli spazi e dei servizi, svolgendo attività in comune come nel cohousing.
In tutti questi casi i membri partecipano alla progettazione della comunità che assume un orientamento ecologico.

 

 

Caratteristiche
Strutture
Le strutture dell’ecovillaggio possono essere costituite da aziende agricole dismesse che vengono recuperate e riavviate alla produzione o da una semplice aggregazione di case e spazi comuni.
I fabbricati vanno recuperati con le risorse esistenti, con i materiali naturali locali: i mattoni di argilla, i pannelli isolanti di sughero o lana di pecora; e le risorse energetiche naturali autonome, come il legno o la pietra.
Tutto nel pieno rispetto dei criteri della bioedilizia. L’utilizzo di materiali rispettosi per l’ambiente e delle tecniche costruttive in accordo con i principi di bioarchitettura è molto importante all’interno degli ecovillaggi perchè questi sono concepiti con lo scopo di divenire una vetrina espositiva per i prodotti che più rappresentano l’innovazione tecnologica in equilibrio con la natura. Per arrivare a ciò all’interno degli ecovillaggi l’architettura moderna impiega i materiali naturali utilizzando forme geometriche frattali che si avvicinano alle linee ed alle forme che esistono in natura. La bellezza e l’armonia delle abitazioni hanno inoltre l’importante scopo di migliorare la qualità della vita alle persone che le dimorano.
Le abitazioni devono inoltre essere in armonia con il clima, in modo da accrescere il guadagno di energia termica solare nella stagione fredda, e proteggere gli edifici dal surriscaldamento nella stagione calda. L’esposizione degli edifici deve consentire l’illuminazione naturale degli ambienti e il raffrescamento e la ventilazione senza consumo di energia.  Va realizzato un sistema di raccolta dell’acqua piovana da riutilizzare per gli scarichi del wc e l’irrigazione, e il verde va progettato perché aiuti ad avere un microclima più confortevole.

Alimentazione
L’energia pulita, che rende pienamente autonome queste realtà, si ottiene con i sistemi fotovoltaici o con impianti microeolici, mentre i collettori solari consentono di coprire l’intero fabbisogno di acqua calda.
La cura e il recupero degli sprechi idrici fatti in passato è un punto importante. Il trattamento biologico delle acque di scarico, il recupero dell’acqua piovana, la cura dell’acqua di superficie e della falda freatica sono scelte inevitabili in un ecovillaggio.

Attività
Negli ecovillaggi si svolgono attività di tipo diverso: agricole, di allevamento, educative, dedicate alla cura della persona e al benessere fisico e spirituale, ma anche ospitalità.
Qui città e campagna s’incontrano più facilmente e si inizia a prendersi cura della campagna, inventando un modello virtuoso, una specie di laboratorio che parla di come il pianeta va nutrito e abitato in maniera sostenibile.
La dimensione sociale degli ecovillaggi rimanda al desiderio delle persone di trascorrere più tempo insieme, e di creare un ambiente dove ognuno possa crescere sia come individuo libero che come parte di un gruppo.
Gli ecovillaggi sono abbastanza piccoli da fare in modo che ognuno si senta qualcuno.
Le persone hanno la possibilità di prendere decisioni che hanno effetto sulla loro vita su basi trasparenti.
Per i bambini, gli ecovillaggi provvedono ad un ambiente amorevole nel quale sono coinvolti quotidianamente in compiti quali il giardinaggio e la costruzione. Questo gli consente di imparare una varietà di abilità attraverso esperienza pratica.
Imparare a funzionare come membri responsabili di una comunità li aiuta anche a pensare a loro stessi ricordando allo stesso tempo il loro posto nell’insieme.

 

 

Gli ecovillaggi in Italia e nel Mondo
Nel mondo esistono tantissimi ecovillaggi, diversi per composizione e interazione con l’esterno. Alcuni sono vere e proprie piccole città, altri si presentano più come delle comunità aperte, alla maniera dei centri sociali: luoghi sperimentali, sempre immersi nel verde, pieni di spazi in cui praticare le più svariate attività collettive oppure semplicemente dove riposarsi e ascoltare la natura. Qui le persone sono residenti oppure visitatori che, per brevi periodi, si fermano anche solo con lo scopo di allontanarsi dalla città.
Solo in Italia esistono quasi 100 ecovillaggi, anche visitabili.
Alcuni di questi villaggi sostenibili sono uniti dalla rete di collaborazione RIVE -Rete Italiana Villaggi Ecologici-, cioè una forma di associazione di sensibilizzazione sociale e anche culturale, atta a tenere in contatto tutte quelle persone che appoggiano i concetti di comunità, come collaborazione tra persone, e sostenibilità, come salvaguardia dell’ambiente. Oltre alla rete di comunicazione RIVE, grazie alla quale si possono conoscere i paesi italiani in cui sperimentare il cohousing e il vivere sostenibile, molti di questi villaggi sono uniti dalla WWOOF -World Wide Opportunities on Organic Farms- organizzazione che mette in contatto le fattorie biologiche con chi ha voglia di offrire il proprio aiuto, in cambio di vitto e alloggio.

 

Conclusioni
Valorizzazione dei territori marginali e abbandonati, bassi costi di acquisizione degli immobili, valorizzazione sociale e individuale per discutere e prendere decisioni, equiparazione del capitale e del lavoro, costi di gestione contenuti, gestione delle risorse in loco per il fabbisogno energetico, riduzione dei consumi, diminuzione della dipendenza dal denaro e dal sistema globalizzato, gestione comune e condivisione delle risorse, autosufficienza alimentare ed energetica, autocostruzione degli edifici, processo decisionale partecipato, risoluzione dei conflitti, educazione olistica: sono questi i principi fondamentali che accomunano gli ecovillaggi.
Le realtà degli ecovillaggi intende dar vita a nuove forme di convivenza, tali da rispondere all’attuale disgregazione del tessuto familiare, culturale e sociale della condizione che viviamo oggigiorno.
L’ecovillaggio costituisce un laboratorio di ricerca e sperimentazione verso stili di vita alternativi ai modelli socio-economici più diffusi. A differenza della comunità, di dimensioni più ridotte, l’ecovillaggio tende al massimo dell’autosufficienza, in modo da soddisfare il più possibile, al suo interno, ogni esigenza dei suoi membri -lavoro, svago, espressione di sé, educazione, bisogni affettivi-.
In questo senso, si presta a costituirsi come un modello sostenibile, sul piano economico, sociale ed ecologico -uso di energie rinnovabili e tecnologie appropriate, difesa dell’ambiente e dell’economia locale-.
In tal modo si afferma un nuovo modo di abitare e coltivare, che integra l’architettura e l’agricoltura nell’ambiente e nel paesaggio, dove la terra, l’energia, la vegetazione e l’acqua sono elementi che concorrono a costruire benessere e armonia per tutti.

 

Per maggiori informazioni puoi contattarci via mail all’indirizzo info@antoniodimaro.it

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Legno: la grande risorsa dell’architettura contemporanea e sostenibile https://www.antoniodimaro.it/legno-la-grande-risorsa-dellarchitettura-contemporanea-e-sostenibile/ https://www.antoniodimaro.it/legno-la-grande-risorsa-dellarchitettura-contemporanea-e-sostenibile/#respond Sun, 29 Jan 2017 16:38:17 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2400 L'articolo Legno: la grande risorsa dell’architettura contemporanea e sostenibile proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Antichissimo e spesso sottovalutato, il legno resta dalle sue origini uno dei materiali più preziosi per l’edilizia, portatore di un’innovazione che solo di recente si è stati capaci di cogliere nella sua interezza.

Conosciamo insieme questo fantastico materiale.

 

Il punto
Gli edifici realizzati negli ultimi decenni consumano il 40% delle risorse non rinnovabili disponibili in natura, producono il 40% dei rifiuti, assorbono il 45% dell’energia complessiva prodotta e generano il 40% dell’inquinamento atmosferico.
Anche l’uso attuale di cemento armato e di elementi edilizi sempre più leggeri e inconsistenti, determinano grossi problemi di ponti termici e dispersione di calore, provocando un enorme spreco energetico.
A questo si aggiunge la poca attenzione verso i sistemi di ventilazione naturale che causa un eccessivo surriscaldamento estivo degli ambienti e obbliga il ricorso a sistemi di climatizzazione notoriamente avidi di energia.
Si pone allora la necessità di elaborare nuovi criteri di progettazione, sviluppare una diversa sensibilità che promuova un cambiamento verso edifici costruiti con regole ecosostenibili e biocompatibili, che indirizzi il mercato e la società all’uso di elementi ecologici, dalla scelta delle materie prime alla loro trasformazione, uso e smaltimento, che siano rispettosi della salute e dell’ambiente e utilizzino energia proveniente da fonti rinnovabili.

 

La soluzione
Il legno per molto tempo nella storia è stato un materiale impiegato nelle costruzioni, ma con l’avvento del cemento armato è andato quasi dimenticato.
Negli ultimi anni si sono però riscoperte le caratteristiche e i pregi di questo materiale sostenibile da costruzione che protegge dall’inquinamento acustico, atmosferico ed elettromagnetico, economicamente vantaggioso, leggero, invulnerabile al sisma ma anche influenzabile dalle condizioni ambientali in cui s’inserisce.
L’architettura moderna ci sta sempre di più confermando un forte ritorno del legno nelle strutture degli edifici.
Esiste un legame indissolubile tra il legno e la progettazione architettonica. Dopo un periodo di abbandono il legno, grazie alla modernizzazione delle tecnologie e alle nuove normative, sta vivendo una meritata rinascita.

Il Protocollo Itaca è uno strumento di valutazione del livello di sostenibilità energetica e ambientale degli edifici. Tra i più diffusi sistemi di valutazione, consente di verificare le prestazioni di un edificio in riferimento non solo ai consumi e all’efficienza energetica, ma prendendo anche in considerazione il suo impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo, favorendo così la realizzazione di edifici sempre più innovativi, a energia zero, a ridotti consumi di acqua. Proprio per questa sua finalità dà grande importanza al materiale costruttivo utilizzato, che deve rispettare requisiti specifici quali la provenienza da fonti rinnovabili, reperibilità locale, riciclabilità e smontabilità.
Il legno può soddisfare contemporaneamente tali caratteristiche: è gratuitamente rigenerabile, può provenire da un centro non troppo distante dal cantiere, essere riutilizzato in diversi cicli produttivi ed è facilmente smontabile se usato in costruzioni a secco –tecnica che non prevede l’utilizzo di collanti e sigillanti-. Tutto ciò per ottenere importanti risparmi energetici e condizioni di comfort termoigrometrico particolarmente favorevoli sia in estate che in inverno.

Le caratteristiche
Probabilmente non c’è materiale edile che con le sue caratteristiche sia tanto straordinario quanto lo è il legno. È ecologico, l’unico materiale edile rinnovabile per il quale si utilizza, rispetto alle costruzioni in cemento o mattoni, meno energia sia nel processo di formazione che di trasformazione; allo stesso tempo ha delle emissioni di carbonio basse rispetto agli altri materiali non in legno. A costi meno elevati e in meno tempo è possibile demolire strutture in legno dove quest’ultimo è utilizzabile nuovamente in altri settori.

Il legno conserva le proprietà di un organismo vivente perfino dopo che è stato tagliato. Esso emana una fragranza fresca, assorbendo allo stesso tempo i profumi sgradevoli.
L’estesa e porosa superficie del legno può assorbire gas e vapori nocivi. L’aria che passa attraverso il legno è filtrata e depurata.
Il legno con le sue straordinarie proprietà crea un’atmosfera piacevole nell’appartamento, le sue caratteristiche inoltre consentono un elevato grado di prefabbricazione, un montaggio rapido sul posto e un’immediata sistemazione poiché non è necessaria la fase dell’asciugatura nonché  un’ottima sicurezza sismica e antincendio.

Il legno ha

  • un rapporto favorevole tra densità e resistenza
  • un’elevata temperatura superficiale
  • una bassa conducibilità termica
  • un’elevata resistenza al fuoco
  • una buona acustica
  • buone proprietà elastiche che lo rendono un materiale adeguato a sopportare i sismi

Il legno è ecocompatibile perché

  • è l’unico materiale edile rinnovabile con un ciclo di vita estremamente puro e a risparmio di energia; ha origine da un processo puro di fotosintesi e assimilazione accompagnato da un’influenza mite sull’ambiente
  • a differenza degli altri materiali è necessaria poca energia per la sua lavorazione e trasformazione
  • accumula per decenni e secoli CO2 dall’aria e ne neutralizza le emissioni
  • i residui del legno possono essere usati come truciolato o come combustibile
  • consente di ottenere il massimo grado di prefabbricazione con un montaggio rapido; grazie alla costruzione a secco è possibile insediarsi subito nella nuova costruzione e quindi anche le spese del prestito saranno inferiori
  • può essere modellato e posto in opera senza alcun problema
  • si asciuga rapidamente ed ha una bassa densità ovvero peso

Il legno è sano perché

  • non trasmette sostanze nocive e non causa allergie
  • da equilibrio all’umidità dell’aria
  • è antistatico
  • non è radioattivo
  • emana una fragranza piacevole

Il legno è la migliore soluzione per la costruzione. Per garantire ad una costruzione una lunga vita utile occorre esaminare bene le caratteristiche del sito in cui è inserita ed attuare la dovuta manutenzione.

Le tipologie costruttive
In Italia le costruzioni in legno possono essere ricondotte a due tipologie: la struttura a pannelli portanti e la struttura a telaio.
La struttura a telaio è una struttura costituita da travi e pilastri connessi rigidamente tra di loro attraverso l’inserimento di pannelli strutturali, direttamente inchiodati sul telaio o con elementi lineari come aste in legno che formano strutture a traliccio.
La struttura a pannelli portanti è costituita invece da elementi strutturali piani che hanno un comportamento meccanico isotropo permettendo una maggiore velocità di edificazione.

 

Normative di riferimento
Con le Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008 -NTC2008- l’Italia detta delle regole per le costruzioni in legno, per l’utilizzo di questo materiale e sulle caratteristiche che deve possedere per essere impiegato nelle costruzioni.
La normativa infatti ha previsto tre paragrafi in tre capitoli riguardanti, le verifiche strutturali per le nuove costruzioni ed edifici esistenti -capitolo 4, paragrafo 4-, il comportamento dissipativo del legno per le azioni sismiche -capito 7, paragrafo 7- ed i metodi per la certificazione e qualificazione -capitolo 11, paragrafo 7-.

La norma europea vigente di riferimento e l’Eurocodice 5, che garantisce la qualità dei prodotti in legno e la rintracciabilità del processo produttivo.

Se siete interessati al progetto di una abitazione od edificio in legno, o volete maggiori informazioni, contattateci all’indirizzo mail info@antoniodimaro.it

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7 semplici regole per risparmiare sul riscaldamento domestico https://www.antoniodimaro.it/risparmio-energetico-riscaldamento-efficienza-energetica-isolamento-termico-detto-fatto/ Sun, 22 Jan 2017 20:34:59 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2384 L'articolo 7 semplici regole per risparmiare sul riscaldamento domestico proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Ecco alcuni accorgimenti per risparmiare sul riscaldamento domestico, contribuendo inoltre alla salvaguardia dell’ambiente e del salvadanaio.

Di recente l’architetto Antonio Di Maro fondatore dello studio di architettura antoniodimaro&Partners è stato ospite della trasmissione Rai Detto Fatto affrontando un tema sicuramente molto caro a tutti noi, risparmiare sul riscaldamento domestico.

 

Ci è sembrato pertanto naturale affrontare quest’argomento anche sul nostro blog per fissare nero su bianco i punti toccati e magari aggiungere qualche spunto in più che, per ovvi tempi tecnici, non è stato possibile esplicare in trasmissione.

Durante il periodo invernale la maggior parte di energia impiegata all’interno di una casa è utilizzata per il riscaldamento. Imparare come risparmiare sul riscaldamento può quindi dare un taglio notevole alle spese annuali che ogni famiglia deve sostenere.

 

Vediamo allora i trucchi che possono aiutarci nel nostro intento.

1. Isolamento termico
L’isolamento termico di finestre e porte con doppi vetri ed infissi con guarnizioni che non lasciano passare spifferi permette di usare in maniera minore i termosifoni, con benefici per l’economia familiare e per l’ambiente.
Se la casa è dotata di persiane, i cassettoni che le contengono vanno isolati perché sono fonte di dispersione del calore.
Inoltre è importante, quando tramonta il sole, chiudere le imposte o abbassare le persiane e isolare tutte le parti che dialogano con l’esterno della casa.

2. Manutenzione
La manutenzione degli impianti presenti nell’abitazione è fondamentale per prevenire gli sprechi e risparmiare notevolmente. Se l’impianto di riscaldamento è autonomo sarà opportuno provvedere annualmente a far visionare la caldaia, per controllare l’emissione dei fumi, la pressione e la pulizia della stessa: trascurare questa attività può portare, oltre che a spese superiori al necessario, anche a rischi per la salute stessa.
Anche la corretta manutenzione dei termosifoni è uno strumento di risparmio sul riscaldamento. All’inizio della stagione fredda è molto utile, tramite l’apposita valvola, eliminare l’aria che potrebbe formarsi al loro interno e che causerebbe un aumento del gas necessario per riscaldare l’acqua.

3. Caldaia a condensazione

Se sei in procinto di acquistarne una nuova è meglio optare per una caldaia a condensazione che garantisce un maggior rendimento a parità di energia utilizzata, in quanto riutilizza i gas in uscita sotto forma di condensazione permettendo un rendimento elevato della caldaia.

4. Regolazione della temperatura interna

In merito alla temperatura, l’impostazione ideale del termostato oscilla tra i 18° ed i 20° gradi, mai di più: ogni grado aggiuntivo incrementa di circa l’8% i consumi annui di gas -considerando un’abitazione di 100mq- e può essere tranquillamente sostituito con un maglione un po’ più pesante.
Così facendo contrastiamo l’insorgenza dei malanni di stagione ed altri problemi di salute legati allo sbalzo termico.
Dal punto di vista dell’impatto ambientale, l’abuso dei riscaldamenti contribuisce notevolmente all’inquinamento atmosferico che soffoca le nostre città.
Anche per questo motivo la normativa nazionale stabilisce che la temperatura di abitazioni, scuole, uffici, non deve superare i 20° centigradi ritenendoli ottimali nella stagione invernale per lo svolgimento della vita quotidiana in tutte le sue attività.
Dobbiamo fare quindi attenzione a non superare i valori stabiliti.

5. Circolazione dell’area intorno ai termosifoni
Bisogna evitare di coprire i termosifonicon tende, mensole o altro materiale che, assorbendo calore, diminuiscono la quantità di quest’ultimo diffuso all’interno della stanza.
Con questa semplice accortezza possiamo ottenere un risparmio energetico annuo del 40%.

6. Pannelli termoriflettenti

 

La maggior parte delle costruzioni degli anni passati non è stata realizzata secondo criteri d’isolamento perimetrale e si pensava solitamente di disporre i termosifoni nei pressi della maggiore fonte di dispersione del calore, sotto le finestre e distanti dal muro di circa 15 o 20 cm per una migliore distribuzione dell’energia.
Parte del calore emesso però, a contatto con i muri perimetrali freddi, era sottratto e pertanto occorreva aumentare il tempo di accensione dell’impianto con il conseguente aumento delle bollette da pagare.
Ora si può agire con svariati sistemi sia sulla struttura, sui muri perimetrali creando pertanto il così detto cappotto oppure con rimedi più semplici, rapidi ed economici: i pannelli termoriflettenti.
Sono dei fogli in polietilene rivestito di alluminio che sistemati in corrispondenza del radiatore, tra questo ed il muro, hanno il compito di far riflettere il calore arrivato su di essi e rifletterlo verso l’ambiente interno. È possibile massimizzare l’efficienza del nostro sistema di riscaldamento grazie a questi pannelli termoresistenti, ignifughi, atossici.
La resa dei radiatori migliora di circa il 15%; il pannello funziona anche a basse temperature diffondendo la quantità di energia per irraggiamento.

7. Valvole termostatiche
È molto utile installare delle valvole termost
atiche da inserire su ciascun termosifone -per i riscaldamenti centralizzati è obbligatorio- per regolare in ogni ambiente il giusto livello di temperatura da raggiungere: eviteremo così di surriscaldare camere poco usate.
La valvola termostatica è una valvola la cui apertura è proporzionale alla differenza fra la temperatura che impostiamo sul sensore di temperatura chiamato testa termostatica e quella ambiente misurata.
Lo scopo della valvola termostatica è mantenere la temperatura ambiente pari a quella impostata sulla testa termostatica, perciò quando la temperatura ambiente è uguale alla temperatura impostata, la valvola regola in chiusura.
Per raggiungere più velocemente la temperatura desiderata è utile tenere chiuse le porte delle stanze della casa.

Per maggiori

informazioni contattateci all’indirizzo mail info@antoniodimaro.it

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La casa Mediterranea, un esempio di ecosostenibilità https://www.antoniodimaro.it/casa-mediterranea-un-esempio-di-ecosostenibilita/ Sun, 15 Jan 2017 11:47:59 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2350 L'articolo La casa Mediterranea, un esempio di ecosostenibilità proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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L’ispirazione

L’architettura mediterranea, così denominata nella prima metà del Novecento, abbraccia i modelli della tradizione costruttiva delle coste spagnole e dell’Italia centro-meridionale, le architetture vernacolari greche e quelle arabe.

I caratteri morfologici e tecnologici di queste tipologie edilizie si pongono come punto di partenza nella definizione di strategie per una progettazione contemporanea di architetture sostenibili in dette regioni climatiche.

Dai modelli tipologici dell’Italia meridionale, come ad esempio il Trullo pugliese ed il Dammuso siciliano, si evince che la composizione degli edifici s’imposta su una cellula base, il nucleo abitativo, la cui forma è quella di un parallelepipedo compatto. Ad esso si aggregano i corpi degli ambienti di servizio sempre orientati in funzione alla composizione e forma del terreno.

Viene privilegiata l’esposizione a sud degli ambienti di vita della casa e degli spazi esterni per assicurare durante l’anno un controllo microclimatico all’interno e all’esterno dell’abitazione. In caso di tessuti insediativi compatti si favorisce il controllo dall’intenso irraggiamento solare estivo attraverso spazi d’ombra generati da stretti vicoli che permettono di controllare il movimento del sole diurno e favorire la formazione durante le ore notturne di bacini d’aria rinfrescante.

Filosofia

La Casa Mediterranea rappresenta una cultura, una filosofia, un modo di costruire tipico di un territorio specifico, collocato in un determinato contesto climatico. Il laterizio e la ceramica, materiali che nel passato hanno dato importanti esempi di costruzioni di elevato profilo, continuano tutt’oggi ad essere protagonisti nei grandi progetti di architettura contemporanea. Un protagonismo che si fonda su basi scientifiche e che spazia dagli aspetti bioclimatici a quelli sismici, dall’acustica a quelli estetici.

Principi ed obiettivi

L’abitazione che risponde al modello di Casa Mediterranea viene realizzata con materiali locali, prodotti sul territorio con materie prime a km 0 da industrie consolidate e radicate.

Opera in controtendenza ai modelli nordeuropei, tipici dei climi freddi e pertanto fuori contesto.

Gli elementi che contribuiscono alla sua realizzazione vengono scelti tenendo conto di sei fattori principali:

  1. l’efficienza energetica dell’edificio, in un contesto climatico in cui la problematica del raffrescamento estivo, a causa delle sempre crescenti temperature, sono più impattanti rispetto al riscaldamento invernale;
  2. il comfort indoor, direttamente connesso alla qualità dell’aria e alla valenza estetica degli ambienti. I prodotti ceramici e laterizi lavorano in questa direzione, assicurando al contempo sostenibilità, resistenza al fuoco e sicurezza sismica delle costruzioni;
  3. la sostenibilità, valutata con l’approccio del ciclo di vita e con la forza della durabilità.

 

Riportando inoltre quanto enunciato nel “Manifesto della Casa Mediterranea” sono oltremodo fondamentali i seguenti obiettivi:

  • il recupero del patrimonio edilizio e zero consumo di suolo, una spinta al riutilizzo ed alla rigenerazione con la riqualificazione delle periferie e la rigenerazione dei centri storici;
  • costruire un forte legame con il contesto ambientale attraverso i suoi canoni abitativi e costruttivi;
  • sicurezza e funzione anti-sismica con il laterizio strutturale tra tradizione e innovazione attraverso una profonda conoscenza delle strutture edilizie e di come queste rispondono alle azioni sismiche;
  • innovazione di prodotto e processo dei materiali ceramici;
  • innovazione di materiali e progettazione, anche il mondo delle costruzioni è chiamato a valutare la sostenibilità delle componenti impiegate che consideri anche la demolizione dell’edificio e la possibilità di recupero dei materiali. Demolizione selettiva e recupero offrono difatti vantaggi ambientali e creano un indotto economico ed occupazionale specializzato.

 

Composizione

Un’abitazione mediterranea è costituita da muri esterni resistenti e spessi che proteggono dalla calura estiva durante i mesi più caldi, mantenendo l’interno fresco e coibentato. I muri portanti aumentano la protezione dai venti forti e dalla pioggia incessante. I muri bianchi esterni respingono la luce del sole contribuendo così alla frescura della casa.

Sono recintate e chiuse per assicurare la privacy. I tetti a falde coperti da tegole di terracotta comprendono anche gronde e cornicioni che caratterizzano ulteriormente questo tipo di architettura.

Diffusione

Questo modello architettonico ha trovato larga diffusione in aree geografiche lontane dallo scenario mediterraneo quali le regioni più calde dell’America.

Possiamo trovare una Casa Mediterranea su un pendio scosceso che da sull’oceano oppure annidata sulle colline e circondata dal mare. Gli elementi architettonici propri di questo stile si adattano al clima caratteristico di queste aree vicino al mare. Portici, verande, terrazze e logge procurano maggiore ombra e riparo dal cocente sole estivo.
L’architettura mediterranea è, infatti, d’uso comune nelle case della California e della Florida. L’architettura mediterranea è ideale per residenze situate in aree climatiche e topografiche simili.

Conclusioni

La Casa Mediterranea è un modello di valutazione per materiali, componenti e sistemi edilizi, legati al territorio, a basso impatto ambientale, dalla spiccata durabilità nel tempo e in grado di garantire elevate prestazioni in modo passivo, cioè ricorrendo ad un uso moderato degli impianti. Non sono da trascurare anche le innovazioni introdotte nelle tecniche di posa e/o di processo volte a rendere il procedimento costruttivo della casa mediterranea più efficiente e meno energivoro.

È un modello che stimola la ricerca di nuove forme di economia, per rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici e valorizzare le tradizioni architettoniche presenti in molti luoghi del mondo. Al centro del modello della casa mediterranea vi sono la persona, il suo benessere e le sue necessità socio economiche.

 

Se siete interessati ad un progetto di Casa Mediterranea o volete maggiori informazioni  contattateci all’indirizzo mail  info@antoniodimaro.it

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Casa: detrazioni fiscali prorogate fino al 31 dicembre 2017 https://www.antoniodimaro.it/casa-detrazioni-fiscali-prorogate-fino-al-31-dicembre-2017/ Mon, 19 Dec 2016 14:45:45 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=2333 L'articolo Casa: detrazioni fiscali prorogate fino al 31 dicembre 2017 proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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La legge di stabilità 2017 è stata approvata lo scorso 7 dicembre, vediamo insieme nel dettaglio le conferme e le novità introdotte nella manovra.

Nella legge di stabilità 2017 sono previste detrazioni fiscali prorogate fino al 31 dicembre del prossimo anno per i lavori in casa, al 50% per interventi di ristrutturazione e quella al 65% per lavori di risparmio energetico.

Vediamo in dettaglio.

Ristrutturazione

Grazie alla legge di Stabilità 2017, approvata il 7 dicembre 2016, il bonus ristrutturazione è stato prorogato fino al prossimo 31 dicembre 2017.

Stiamo parlando di una detrazione Irpef del 50% per una spesa che non superi i 96.000 euro, distribuita in 10 quote annuali di eguale importo.

Le spese per le quali è possibile usufruire delle detrazioni grazie alla proroga di cui sopra includono:

  • gli interventi di manutenzione straordinaria, il risanamento conservativo, il restauro e la ristrutturazione edilizia eseguiti su singole unità immobiliari residenziali di qualsivoglia categoria catastale, quindi anche fabbricati rurali e loro pertinenze
  • la realizzazione di ascensori e montacarichi finalizzati all’abbattimento di barriere architettoniche e l’adozione di tecnologie per facilitare la mobilità interna ed esterna per le persone portatrici di gravi disabilità
  • l’adozione di misure atte a prevenire il rischio di illeciti da parte di terzi, quali aggressioni, sequestri di persona, furti
  • la bonifica dall’amianto e la realizzazione di opere finalizzate ad eludere il rischio di infortuni domestici
  • la realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali, anche di comune proprietà

Per i condomini sono inoltre inclusi gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati sulle parti comuni. La detrazione sarà ripartita tra i condomini in base ai millesimi.

La manovra 2017 ha infine innalzato dal 30% al 65% il credito d’imposta per gli interventi di riqualificazione di strutture alberghiere, includendo nel bonus anche gli agriturismi.

Mobili e grandi elettrodomestici

Sono state confermate anche le detrazioni fiscali per acquisto di mobili e grandi elettrodomestici abbinati a interventi di ristrutturazione.

Chi usufruisce delle agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio avrà quindi diritto per tutto il 2017 ad un’ulteriore riduzione d’imposta del 50% per l’acquisto di:

  • mobili nuovi
  • nuovi grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore alla A+, A per i forni

Gli sgravi fiscali vanno calcolati su una spesa massima di 10.000 euro per mobili e grandi elettrodomestici rivolti all’arredo degli immobili oggetto di ristrutturazione.

Ecobonus

Sono state confermate anche le detrazioni fiscali al 65% per il miglioramento dell’efficienza energetica.

La detrazione si applica a ristrutturazioni di singoli immobili, condomini e parti comuni, fabbricati strumentali all’attività d’impresa.

Le spese detraibili includono:

  • la installazione di sistemi di building automation per il controllo e la riduzione dei consumi energetici
  • le riqualificazioni energetiche su edifici esistenti
  • la sostituzione dell’involucro e l’installazione di pannelli solari
  • la sostituzione degli impianti di riscaldamento e l’installazione di generatori di calore alimentati da biomasse

Per i condomini gli sgravi fiscali per riqualificazione energetica sono stati prorogati fino al 2021 e la detrazione Irpef è stata elevata a:

  • 70% per interventi che interessano almeno il 25% dell’involucro edilizio
  • 75% nel caso che portino al miglioramento dell’efficienza energetica invernale ed estiva

Il limite massimo di spesa è di 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare componente il condominio.

Sisma bonus

È stata irrobustita la detrazione fiscale per adeguamento sismico.

Con la legge di bilancio 2017 il sisma bonus è stato prorogato fino al 2021, con una detrazione Irpef del 50% per una spesa che non superi i 96.000 euro, distribuita in 5 quote annuali di eguale importo.

Gli sgravi fiscali si applicano non solo alle zone sismiche 1 e 2, ad alta pericolosità, ma anche alla zona sismica 3, in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari.

Le detrazioni Irpef sono state inoltre elevate:

  • al 70% se grazie agli interventi effettuati vi è una riduzione del rischio sismico con il passaggio ad una classe di rischio inferiore
  • all’80% se la riduzione del rischio comporta il passaggio di due classi

Per i condomini la legge di stabilità 2017 ha ulteriormente potenziato gli sgravi fiscali portandoli a:

  • 75% per il passaggio di una classe di rischio
  • 85% per il passaggio di due classi di rischio

Tra le spese detraibili ci sono anche quelle per la classificazione e la verifica sismica.

Per maggiori informazioni o per richiedere una consulenza professionale contattaci via mail all’indirizzo mail info@antoniodimaro.it

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Orto sul balcone, ecco perché dovete assolutamente farlo https://www.antoniodimaro.it/orto-sul-balcone-ecco-perche-dovete-assolutamente-farlo/ Mon, 28 Nov 2016 10:09:13 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=1339 L'articolo Orto sul balcone, ecco perché dovete assolutamente farlo proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Sempre più spesso, alzando gli occhi al cielo, ci capita di scorgere degli orti sui balconi. Le piante ornamentali vengono sempre più affiancate dalle piante aromatiche, ortive o da frutta.

La nascita degli orti sospesi è oramai un fenomeno diffuso.

Se anche voi state considerando di creare un orto sul balcone di casa vostra, o parte di esso, troverete di seguito dei validi motivi per decidere definitivamente.

Come sosteneva nel suo manifesto del 1980 Che tutto sia ricoperto di vegetazione l’artista-architetto ed ecologista Friedensreich Hundertwasser (1928-2000), precursore della bioarchitettura e inventore dei tetti verdi, i vantaggi di creare del verde su pareti esterne, balconi e finestre delle nostre abitazioni sono notevoli. L’arricchimento di ossigeno nell’aria, la riduzione della polvere che viene fissata dalle piante sulle foglie e poi lavata via dalla pioggia, la riduzione dell’inquinamento acustico ed il miglioramento climatico mediante la riduzione degli sbalzi di temperatura sono tra questi.

Ma non finisce qui, creare un orto sul nostro balcone ha diversi risvolti e tanti effetti capaci di innescare circuiti virtuosi per noi e per chi ci sta vicino.

Estetica commestibile e riappropriazione degli spazi urbani

Poter godere di una piccola oasi di bellezza nella nostra casa è fondamentale.

Organizzare sul balcone uno spazio di bellezza, profumi e colori è una piccola ribellione al cemento ed al frenetico modello di vita proposto in gran parte delle nostre città.

È importante che il balcone sia progettato per accoglierci, riservando un angolino al nostro relax.

Fino ad ora siamo stati soliti considerare esteticamente gradevoli solo le piante prettamente ornamentali e potrebbe suscitare perplessità; ma realizzare sul balcone un orto funzionale e allo stesso tempo un giardino di bell’aspetto, un luogo di bellezza commestibile, in cui pomodori in fiore e piante di zucchine arrampicate su reti e tralicci non ci farà sentire la nostalgia di ciclamini, giacinti e piante grasse.

L’utile e il dilettevole non saranno mai stati così in armonia!

Biodiversità e coltivazione sinergica in balcone

La biodiversità è la strategia attraverso cui la natura, diversificandosi, tutela sé stessa e le sue creature.

Le infinite combinazioni di variabili e la straordinaria diversificazione della natura garantiscono la prosecuzione della vita e delle specie.

Coltivando i nostri ortaggi in balcone creeremo una piccola oasi biodiversificata che potrà contrastare le monoculture intensive industriali che stanno contribuendo all’impoverimento del suolo.

Quando avremo imparato a cominciare dai semi potremo prendere contatto con innumerevoli varietà di ortaggi in cui mai ci saremmo imbattuti nei reparti ortofrutticoli dei supermercati. Sarà una piccola rivelazione per il nostro palato e non solo!

Ortaggi tradizionali si affiancheranno a piante aromatiche e officinali capaci di influenzarli positivamente; parteciperanno alla biodiversità anche fiori in grado di attirare insetti impollinatori e di allontanare quelli dannosi.

Inoltre, anche solo attraverso il nostro balcone, potremo partecipare al diffuso movimento dei seed savers, ovvero i custodi di varietà antiche che coltivano e riproducono i semi a rischio di estinzione. Potremo unirci a loro coltivando semi preziosi di varietà storiche e locali, che rigenereremo di anno in anno.

 

Decrescita e autoproduzione

Nell’era in cui viviamo, ci ritroviamo incastrati in una specie di vortice consumistico, costretti a rinunciare sempre più al nostro tempo ed alle nostre necessità, per condurre vite frenetiche che spesso non abbiamo scelto. Siamo terrificati dall’idea che questo circolo si interrompa, perché se non lavoriamo, guadagniamo, compriamo e consumiamo… l’economia si ferma, così dicono.

Noi possiamo fare la nostra parte per cambiare le cose impegnandoci a mettere qualche sassolino nell’ingranaggio e provando nel nostro quotidiano ad allentare i bulloni qua e là e ad immaginare un modo diverso di stare insieme, di produrre, consumare.

Il nostro orto sospeso è un esempio di ciò che possiamo fare. Costituisce un gesto che ben si inserisce in un percorso che ci consente di riconquistare un po’ del nostro tempo, prenderci cura di noi stessi, riscoprire il piacere di un’attività capace di rimetterci in contatto con i ritmi e le leggi della natura.

Inoltre curare e veder maturare giorno per giorno gli ortaggi sul nostro davanzale, di trasformarli e soprattutto di condividere tutto con amici e familiari sono davvero una piccola rivoluzione.

Ortoterapia e orti didattici

La Horticultural Therapy ed è la ricerca del benessere fisico e psicologico attraverso un’attività, quella della cura dell’orto, capace di ristabilire il contatto con la natura e con sé stessi.

In Italia si stanno diffondendo sempre di più esperienze di orti terapeutici aperti a bambini e adulti con disagi emotivi di vario tipo, ma anche affetti da autismo, sindrome di Down o portatori di handicap motori.

La cura di orti e giardini ha un riconosciuto effetto terapeutico e riabilitativo, insito in un’attività rilassante e riconciliante, ma anche nella responsabilizzazione veicolata dalla cura delle piante.

Questi due aspetti sono gli stessi che motivano la crescente diffusione degli orti didattici sortiscono sui bambini è sbalorditivo ed è sufficiente osservarli qualche ora alle prese con semi, terriccio e innaffiatoio per constatarlo. Per questo motivo, i programmi di educazione ambientale sempre più spesso coinvolgono i più piccoli in attività di orticoltura.

Un piccolo orto su balcone può rispondere pienamente anche a esigenze di questo tipo. L’effetto distensivo e quello didattico non mancheranno di sortire i propri benefici su chiunque decida in famiglia di dedicarvisi, a prescindere dall’età e dal suo stato emotivo.

Vi abbiamo convinto? Bene, partite e coltivate!

Per maggiori informazioni potete contattattarci all’indirizzo mail  info@antoniodimaro.it

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Una casa che produce più energia di quanta ne consuma https://www.antoniodimaro.it/una-casa-che-produce-piu-energia-di-quanta-ne-consuma/ Mon, 23 May 2016 14:28:56 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=1134 L'articolo Una casa che produce più energia di quanta ne consuma proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Le bollette a fine mese spesso sono salate. Tra acqua, luce e gas, la vita domestica ha costi onerosi. Eppure c’è un rimedio: investire nel settore delle fonti rinnovabili. A determinate condizioni, una casa può consumare poco e produrre di contro molta energia. Sembra un’utopia, ma è una realtà già avviata, grazie ad un team di giovani ingegneri che ha creduto fermamente nel progetto: l’edificio di vetro e metallo, a Bucarest in Romania, uno dei più efficienti in Europa. L’hanno ribattezzato “Efden” ed è una vera e propria casa, composta da un ampio soggiorno, bagno, cucina e camera da letto dislocati su due piani.

RIMEDI PER PRODURRE ENERGIA. L’ESEMPIO DI EFDEN- I lavori sono durati circa due anni per un importo complessivo di circa 300.000 euro, cifra nella media che diventa però esigua, a fronte delle spese inesistenti. A casa Efden semplicemente non arrivano bollette, perché l’energia viene prodotta in loco. Come? Grazie ad un sistema integrato:  ad esempio i pannelli fotovoltaici sul tetto forniscono elettricità; i tubi d’acqua montati sulle pareti fungono da impianti di riscaldamento mentre l’acqua viene irrorata dal pozzo; il sistema di ventilazione è automatico.  E i risultati sono tangibili, visto che a fine anno, si registra persino un surplus energetico  di circa 2.500 kWh, come rivela Mihai Toader-Pasti, responsabile del progetto.

L’AIUTO DELLA NATURA– Oltre ai rimedi illustrati, il segreto di Casa Efden è il legame con la natura: l’aria proviene direttamente dalla serra con piante di ogni tipo, situata all’interno stesso dell’edificio, in modo da garantire un buon livello di ossigeno, illuminazione e allo stesso tempo una temperatura congrua a seconda del clima stagionale; il lichene invece nei bagni aiuta a ridurre il tasso di umidità.

SISTEMI PER NON DISPERDERE ENERGIA-  Per non dissipare l’energia prodotta e limitare i consumi, sono al vaglio alcune soluzioni. Gli ingegneri vorrebbero realizzare un sistema che consenta di chiudere automaticamente le finestre lasciate aperte, vizio e distrazione comune a molti: dei sensori magnetici segnalano il problema, lanciando l’allarme tramite telefono. La struttura in metallo, invece, assolve ad un’altra funzione altrettanto importante, perché salvaguarda da terremoti, incendi e altre calamità simili.

ZERO IMPATTO AMBIENTALE E ALTRI VANTAGGI–  Gli sprechi e il tasso di inquinamento sono ridotti, mentre i vantaggi sono molteplici anche in vista degli investimenti futuri. A breve Efden diventerà un campus hub, una palestre di idee dedicata ai giovani studenti  e startupper, che potranno usufruire di connessione internet ed energia elettrica illimitata, grazie proprio al sistema a basso impatto ambientale. Il progetto piace ai cittadini, che ne vorrebbero emulare l’esempio e agli esperti del settore. Il segreto?  Secondo Daniel Butucel, uno dei padri di casa Efden, è merito del «desiderio collettivo di riuscire ed evolvere ad ogni passo, cambiando mentalità e abitudini, facendo spazio ad un nuovo modo di approcciarsi alla vita, limitando i consumi e rispettando la realtà circostante». Efden, la casa in vetro e metallo, sarà la prima formalmente riconosciuta in Europa, se come sembra riceverà la certificazione Living Building Challenge.

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Come utilizzare gli incentivi statali per ristrutturare casa https://www.antoniodimaro.it/come-ristrutturare-casa-con-gli-incentivi/ Thu, 19 May 2016 15:58:17 +0000 https://www.antoniodimaro.it/?p=1124 L'articolo Come utilizzare gli incentivi statali per ristrutturare casa proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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Tutti sognano una casa perfetta. Alle volte, però, tempo e soldi sono scarsi e i lavori di manutenzione, anche se necessari, vengono posticipati. Da inizio anno è possibile far fronte a spese di questo tipo grazie ad agevolazioni pubbliche: la Legge di Stabilità 2016 prevede sgravi fiscali per ristrutturare gli edifici. Come usufruirne? L’iter burocratico è più snello di quanto si pensi: nella dichiarazione dei redditi occorre riportare i dati catastali dell’immobile, la registrazione dell’atto di proprietà e eventualmente l’obbligo di notifica preliminare all’Asl; i pagamenti invece vanno effettuati solo tramite bonifico, inserendo il riferimento alla norma articolo 16-bis del Dpr 917/1986, il proprio codice fiscale e la partita iva dell’azienda edile.

LE DETRAZIONI–  A conti fatti, si risparmia dai 96.000 ai 10.000 euro. Le detrazioni sono suddivise in dieci rate annuali e variano in base al periodo dei versamenti per i lavori: ad esempio l’importo detraibile scende al 36%, se la spesa viene eseguita da gennaio 2017 in poi.

I LAVORI-  Ma in quali casi è possibile beneficiare degli sgravi fiscali? Ecco una breve guida:

  • Ristrutturazione edilizia. Non solo restauro e manutenzione, il “Bonus casa” della legge di Stabilità contempla per questa voce anche altre opere, come bonifica d’amianto, riparazione di impianti gas, montaggio di vetri anti-infortunio , telecamere per la sicurezza e smantellamento barriere architettoniche per i disabili. Gli interventi possono essere svolti sia nei condomini, sia nei singoli appartamenti. Solo la procedura differisce per alcuni aspetti, ma la detrazione è sempre del 50%dell’imposta irpef;
  • Ecobonus. Per ecobonus si intendono i lavori di riqualificazione energetica . I benefici sono tanti sia per l’impatto sull’ambiente che per le tasche dei consumatori: l’inquinamento viene ridotto, al pari del conto finale sulle bollette. Quali le opere previste? Si passa dalle piccole e ordinarie sostituzione di infissi ed impianti di riscaldamento a quelle per le fonti rinnovabili, come il montaggio dei pannelli solari e micro-ecolico, sino alle misure antisismiche nelle zone d’Italia a maggior rischio. Il ripristino dell’edifico danneggiato a seguito di calamità naturali non è però contemplato nell’Ecobonus, perché considerato intervento di restauro. Entro fine anno, per tutti i lavori di riqualificazione energetica, sarà possibile detrarre dall’imposta Irpef il 65% delle spese. Le due agevolazioni fiscali (Ecobonus e ristrutturazione edilizia), va ricordato, non sono cumulabili;
  • Bonus arredamento. Altri aiuti sono previsti per l’acquisto dei grandi elettrodomestici di classe A+ o superiori. In questo caso, saranno detratte anche le spese di trasporto e montaggio per un importo massimo di 10.000 euro, ad un’unica condizione: la ristrutturazione dell’edificio successiva a giugno 2012. A differenza di quanto si possa pensare, il “bonus arredamento”,  benché la denominazione induca in errore, non è applicabile all’acquisto di altri mobili o di materiali per pavimentazioni, come mattoni di ceramica e listelli di parquet, né tanto meno ai complementi d’arredo, quali porte e finestre;
  • Un aiuto in più per le coppie. Anche gli sposi o i conviventi under 35 possono godere di piccoli incentivi, se formano un nucleo familiare da almeno tre anni. In questo caso, la detrazione è calcolata per un importo che non superi i 16.000 euro , per spese effettuate solo nel 2016.

L'articolo Come utilizzare gli incentivi statali per ristrutturare casa proviene da Antonio Di Maro | Architetto Napoli.

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