m

This is Aalto. A Professional theme for
architects, construction and interior designers

Call us on +651 464 033 04

531 West Avenue, NY

Mon - Sat 8 AM - 8 PM

Siamo abituati ad associare alla città di Napoli l’immagine di una città storica, stratificata, fatta di vicoli angusti, scorci inaspettati nonchè dal disordine e dalla pessima qualità architettonica di un’urbanizzazione fuori controllo. In realtà non molti sanno che è proprio in questa città che l’architettura razionale di inizio ‘900 si è espresso in numerose declinazioni che dall’architettura pubblica e di rappresentanza spaziano fino al tema della residenza.

E’ proprio così! Napoli non è solo il famoso “vascio” dell’architettura vernacolare ma è anche casa d’autore. Sulla collina di Posillipo troviamo alcune tra le più belle ed esemplari case del ‘900 razionalista italiano; in esse ritroviamo canoni di armonia tra proporzioni e orografia, dialogo tra materiali diversi, tra il razionalistico intonaco bianco e il tufo e un continuo rapporto con il paesaggio del Golfo di Napoli. L’intera produzione di ville razionaliste posillipine vanta una decina di case d’autore firmate da architetti del calibro di Luigi Cosenza, Carlo Cocchia, Giò Ponti, Michele Capobianco.

Ville Razionaliste

Il razionalismo è una corrente architettonica che per lo più sviluppatasi in Italia negli anni 1920-1930. Vitruvio aveva rivendicato nella sua opera De Architectura che l’architettura è una scienza che può essere compresa razionalmente. 

L’ Architettura Razionale è prosperata in Italia dal 1920 al 1940. Nel 1926, un gruppo di giovani architetti – Sebastiano Larco , Guido Frette , Carlo Enrico Rava , Adalberto Libera , Luigi Figini, Gino Pollini , e Giuseppe Terragni (1904-1943) hammo fondato il cosiddetto gruppo 7 , pubblicando il loro manifesto nella rivista Rassegna Italiana . Il loro intento dichiarato era quello di segnare una via di mezzo tra la classicità del Novecento Italiano e l’architettura industriale ispirata dal Futurismo.

Il segno distintivo della precedente avanguardia è stata una spinta artificiosa e una vana e distruttrice furia, che mescolava elementi buoni e cattivi: il segno distintivo dei giovani di oggi è un desiderio di lucidità e saggezza … Questo deve essere chiaro … non intendiamo rompere con la tradizione … la nuova architettura, la vera architettura, dovrebbe essere il risultato di una stretta associazione tra la logica e la razionalità.

Villa oro, Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky (1934-1937)

Non tutti i Napoletani la conoscono; la si scorge da Mergellina, nascosta dai palazzi di Via Orazio. Forme e geometrie pure, dialogo tra paesaggio e architettura. Sono questi i principi progettuali della casa a picco su un costone sagomato in tufo, in un’insenatura di Posillipo, articolata su tre quote in un gioco di spazi coperti e scoperti, vuoti e pieni con una vista eccezionale a sud verso la Penisola Sorrentina e Capri. Può essere considerata il Manifesto dell’architettura razionalista italiana.

Villa Savarese, Luigi Cosenza (1936-1942)

Volumi semplici e linee disegnano il corpus della casa posta lungo un pendio naturale, articolata su piani orizzontali sfalsati. I pilotis, i piani sfalsati, i collegamenti verticali tra la scala elicoidale interna, la rampa che scandisce e separa i piani fuori terra e le grandi bucature sono un chiaro richiamo all’ architettura di Le Corbusier, il maestro del Movimento Moderno. La villa è articolata su quattro livelli si cinge intorno ad un nucleo centrale che era adibito a palestra. Purtroppo negli ultimi anni pesanti ristrutturazioni hanno violentato il manufatto originale dell’architetto.

Villa Crespi, Davide Pacanowski (1955)

La si può osservare da Mergellina guardando la collina di Posillipo; protesa oltre il costone tufaceo e aperta verso il paesaggio del Golfo dà la sensazione di essere in equilibrio precario. E’ una delle più belle ville napoletane, costruita in cemento armato in un sapiente gioco di pieni e aggetti vuoti e completata con un tetto giardino in copertura.

Villa Maderna, Davide Pacanowski (1959)

A valle di Via Petrarca, precisamente in via del Parco Carelli. Con una pianta ad “L”, la villa si articola in due volumi di altezza diversa differenziando l’area giorno e l’area notte, con il completamento del tetto giardino oggi sistemato a prato.

Villa Trentaremi, Massimo Nunziata (1954)

Ci spostiamo alla discesa della Gaiola, dove Villa Trentaremi si erge su uno sperone tufaceo degradando verso il mare. E’ tra le ville meglio inserite nel contesto paesaggistico, caratterizzata dalla scelta dei materiali organici, dalla purezza e coerenza dei volumi, inondata dalla luce dall’alto.

Trovare ispirazione per una casa moderna a Napoli è possibile; basta alzare gli occhi verso Posillipo!

Pin It on Pinterest

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi