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Le Neuroscienze applicate all'Architettura gli elementi

Marco Vitruvio Pollione l’aveva compreso circa 2000 anni fa: un edificio deve essere forte o durevole nel tempo, utile e bello. L’architettura è arte, rappresenta, sublima le idee in atti concreti e soprattutto può migliorare il tenore di vita. Luoghi con determinate caratteristiche ad esempio potenziano fantasia e creatività: gli alunni, in una scuola con aule ben illuminate, si dimostrano più ligi al dovere, così come i pazienti trascorrono una degenza più serena in un ospedale con stanze variopinte.

D’altronde c’è un legame intrinseco tra l’ambiente circostante e gli individui: il sistema nervoso riceve e decodifica gli  stimoli esterni, come suoni e colori, trasmettendo poi gli impulsi al resto del corpo. Dunque un luogo può suscitare emozioni, evocare ricordi, un po’ come le celebri madalaine di Proust.

NEUROSCIENZE E ARCHITETTURA, GLI STUDI- Lo confermano gli ultimi studi in merito. La neuroscienza indaga sul rapporto tra architettura e risposte cognitive. Secondo il ricercatore Damasio, autore di “The Feeling of What Happens”, la memoria si costruisce sulla percezione dell’oggetto (ad esempio, una cattedrale) e sugli aspetti sensoriali di tale oggetto (colore degli affreschi, la forma delle navate e dei colonnati), a cui corrisponde una reazione emotiva. Quando si ritorna negli stessi luoghi, già visitati, la gente ricorda l’esperienza sensoriale e le emozioni provate.

Lo scienziato Nancy Kanwisher sostiene invece che la zona della mente paraippocampale (PPA) si attivi se nel momento in cui vengono rievocate informazioni percettive relative agli ambienti, memorizzati nella propria mappa cognitiva. Insomma, i ricordi si basano sulle esperienze emotive e fisiche vissute in un determinato luogo.

ESEMPI- La struttura di un edificio può influenzare e incidere sulla vita degli inquilini? Le sperimentazioni sono in corso, ma a quanto pare c’è un effettivo legame. Il Prof. Stanley Graven (University of South Florida) ha progettato il reparto di terapia intensiva  affinché  possa facilitare lo sviluppo dei neonati prematuri. A Göteborg, invece, una clinica psichiatrica, con estese aree verdi, cortile e telai vetrati, ha garantito ai pazienti una migliore degenza. Goethe non a caso  sosteneva: «Che io chiamo l’architettura musica congelata».

Tra gli elementi importanti per le neuroscienze dell’architettura dobbiamo assolutamente menzionare luce e colore:

Il colore

Il colore percepito si basa sull’attività relativa delle cellule gangliari i cui centri di campo ricettivo ricevono input dai coni di luce rossi, verdi e blu. Dal momento che la percezione dei colori differisce di età in età e tra i vari stati mentali, per determinare i colori per gli ambienti sarà un approccio più comune raggrupparli in base alla luminosità. Quando i colori sono più brillanti generano stimoli più forti poiché sono più riconoscibili. Il cervello ricorda più facilmente gli oggetti che sono più notevoli. Se i colori sono utilizzati in connessione con gli spazi, possono rafforzare la posizione degli oggetti nella mappa mentale, e stimolare la memoria.

La luce

La Luce serve a vari scopi: creare gli spazi per trovare l’orientamento, per rivelare o nascondere determinati volumi, o per attirare l’attenzione su un “compito” se parliamo di ambienti di lavoro. La nostra percezione e il desiderio di luce varia anche in base agli scopi che necessitano di luce; ad esempio, mentre per il pranzo può essere sufficiente una luce, la stessa sarà insufficiente per lo studio. Quando si esegue un compito visivo, la luce che raggiunge gli occhi ed è quindi carica di informazioni per la nostra mente è di solito luce riflessa, cioè la luce riflessa dai “dettagli del lavoro” (lettere digitate), lo sfondo più immediato (carta), e l’ambiente circostante (scrivania). Ad esempio non tutti gli spazi negli edifici sanitari richiedono la stessa quantità di luce. Soprattutto è importante che i pazienti abbiano poca luce nelle loro stanze, dal momento che passano tutti i loro giorni nelle camere. Un’altra cosa importante è che la camera sia oscurata totalmente durante il sonno, dal momento che un sonno salutare è desiderato per tutti, ma è essenziale per i pazienti che affrontano un trauma.

Il Suono

Il Suono è un’altra variabile importante nella progettazione architettonica, e va studiato assieme alla luce quando si cerca di ottenere un determinato scopo per un ambiente. Anche il livello del suono cambia in base ai vari scopi, alcune volte va inteso semplicemente come un suono o una melodia ma spesso va studiato il livello del suono in ambiti più estesi come per esempio l’isolamento di una stanza per produrre un suono chiaro e comprensibile.

Negli ambienti di formazione ed educazione dei bambini, che sono soggetti che facilmente tendono a distrarsi, la stanza deve produrre una comprensione chiara del suono. La comunicazione verbale deve essere quindi agevole e per questo di solito si utilizza isolare anche i soffitti. Un altro problema comune sono le stanze di ospedale, nelle quali si trasmette il rumore dei macchinari anche durante la notte, disturbando il sonno dei pazienti. Questo problema viene spesso approcciato con l’aggiunta di isolanti nei corridoi e nelle porte.

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